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Università e ricerca: gravi i tagli del governo, penalizzati gli atenei marchigiani

Il Partito Democratico delle Marche esprime forte preoccupazione per le recenti scelte del governo, che stanno compromettendo il futuro delle università italiane. La decisione di ridurre il Fondo di Finanziamento Ordinario per gli atenei, sommata al dirottamento dei fondi destinati al piano straordinario di reclutamento e alla mancata copertura degli aumenti stipendiali per il personale, rappresenta un colpo durissimo per l'istruzione superiore e la ricerca nel nostro Paese. Complessivamente, il taglio delle risorse supera gli 800 milioni di euro, quasi il 10% del budget complessivo del Fondo, e obbligherà le università a rivedere drasticamente le loro programmazioni.

La Segretaria del PD Marche, Chantal Bomprezzi, stigmatizza l'azione del governo: "La destra continua a parlare di giovani e di futuro, ma poi, alla prova dei fatti, taglia le risorse proprio a quei settori che sono il vero motore di sviluppo per il Paese. Con queste politiche, non si investe nel futuro, ma si sceglie di condannare le nuove generazioni a una precarietà senza fine. È inaccettabile che, mentre la retorica del governo parla di benessere e crescita, si scelga di penalizzare proprio quelle istituzioni, come le università, che costruiscono le fondamenta per lo sviluppo e l'innovazione del nostro Paese".

La riduzione dei finanziamenti colpisce in maniera particolarmente grave le università delle Marche, con tutte e quattro le istituzioni accademiche della regione che subiscono tagli consistenti. Questo non è solo un dato economico, ma ha conseguenze dirette sulla qualità dell'offerta formativa, sulla ricerca e sulle possibilità di inserimento professionale dei giovani laureati. "È un danno enorme per il nostro territorio, già provato dal calo demografico e dalla mancanza di opportunità lavorative", ha aggiunto Bomprezzi. "Le Marche sono una regione caratterizzata da vaste aree interne, che già soffrono per l'emigrazione dei giovani laureati. Ridurre le risorse destinate agli atenei significa spingere ancora più persone a cercare fortuna altrove, aggravando il fenomeno dello spopolamento e proprio di quei giovani di cui abbiamo più bisogno".

Negli ultimi vent'anni, il fenomeno dell'emigrazione giovanile dalle aree interne è triplicato, passando da 10.000 a 30.000 giovani l'anno. Complessivamente, queste zone hanno perso oltre 160.000 laureati, una fuga di cervelli che rischia di diventare irreversibile se non si interviene con urgenza.

Oltre ai tagli, il governo ha presentato una proposta di riforma del pre-ruolo accademico, che mira a introdurre nuove figure contrattuali atipiche, accentuando la precarietà del lavoro nella ricerca. In parallelo, resta irrisolta la questione della regolamentazione delle università telematiche private, che spesso non garantiscono gli stessi standard qualitativi degli atenei tradizionali.

Il Partito Democratico ha intenzione di mobilitarsi, a tutti i livelli, per contrastare queste scelte inadeguate e difendere il diritto all'istruzione e alla ricerca di qualità "Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a queste politiche scellerate. Le nostre Università e i nostri atenei non possono essere abbandonati quando rappresentano oramai un faro per la nostra regione", ha concluso Bomprezzi ringraziando il professor Fulvio Esposito per il lavoro che sta portando avanti come coordinatore del Tavolo Università del PD Marche.

Il PD Marche invita tutte le forze della società civile a unirsi a questa battaglia per garantire che le università rimangano un pilastro fondamentale del nostro sistema democratico e un motore di progresso per le generazioni future.

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