Un estratto dell’intervista del Corriere Adriatico alla nostra Segretaria Chantal Bomprezzi sul Piano socio-sanitario, in discussione martedì in Consiglio regionale.
La segretaria dem: «Il tema delle liste d’attesa è completamente eluso dalla giunta regionale». Uno dei temi che più di ogni altro riguarderà la vita di ciascun marchigiano.
Martedì andrà in consiglio regionale, Chantal Bomprezzi, segretario regionale del Pd, qual è stato il lavoro del suo partito per arrivare alla discussione?
«Abbiamo studiato il Piano, approfondito i contenuti, discusso sulle soluzioni offerte e ragionato sulle correzioni utili per i marchigiani. È stato un lavoro lungo di cui sono grata a tutti: segreteria regionale, consiglieri regionali, segretari provinciali, tavolo PD Marche sanità guidato sapientemente da Claudio Maffei. Lavorando e facendo incontri insieme sul territorio abbiamo offerto un bellissimo esempio di buona politica».
Partiamo dalle risorse: perché ritiene non condivisibile il metodo scelto per la definizione del Piano?
«Non si può pianificare la sicurezza sociale, assistenziale e sanitaria di una comunità, i servizi da offrirgli per i prossimi 5-10 anni in due mesi, estivi per giunta. Il dibattito non è stato autentico, serio, come avrebbe meritato. La maggioranza teme il confronto. Mentre la stessa discussione sulla revisione del Pnrr, che significa tagli insopportabili alla sanità marchigiana, è rinviata».
Cosa ne pensa dell’utilizzo delle risorse che viene proposto nel Piano della giunta Acquaroli?
«Il Piano è ad oggi solo un libro di vane e vaghe promesse non supportate da risorse. Non un cenno a come sostenere l’incremento esponenziale dei costi di energia, medicinali, macchinari. Assente del tutto una programmazione degli investimenti».
Qual è la sua opinione sul modello degli ospedali?
«Il Piano non affronta né risolve i problemi. Si limita ad elencarli. Non vi è traccia di una proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera tra ospedali per acuti di primo e secondo livello, ospedali di prossimità per malati cronici e riabilitazione. Non vi sono proposte per la medicina territoriale e la prevenzione. Ci si limita a promettere il mantenimento e il potenziamento di tutto senza dire come, con quale personale, quali risorse, quali tempi, quali procedure, priorità».
Liste d’attesa, la manovra proposta sarà sufficiente?
«Il tema è completamente eluso dalla giunta regionale. I marchigiani sono scoraggiati e si rivolgono al privato. È inaccettabile. È diventato impossibile prenotare una visita specialistica. Perché la giunta non affronta il problema? Quali interessi vuole proteggere non intervenendo? Quale sanità vuole costruire favorendo le visite a pagamento? Avevano 12 milioni dello Stato dal 2020 per ridurle, hanno iniziato solo a luglio».
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Una valutazione finale: qual è la sua opinione sul futuro della sanità pubblica alla luce del piano della giunta Acquaroli?
«Questo Piano non è un Piano, perché promette tutto ma non pianifica nulla. Andrebbe completamente riscritto. Elenca i problemi ma non fa scelte, non si prende responsabilità, non dice quali sono le sue priorità. Gli obiettivi maggiori sono rimandati a dopo la fine della legislatura. Il rischio concreto è che si peggiori un sistema già in forte sofferenza. Così non si fa programmazione ma si dismette la sanità pubblica».