Il segretario regionale: «Alleanza possibile per una nuova stagione di buon governo»
Non si può dire che il segretario regionale dei dem Giovanni Gostoli non ci abbia provato. E soprattutto non si può dire che non ci stia provando ancora. Dopo tutto quello che è successo la mano tesa del Pd è lì, testimoniata dalla buona volontà del suo vertice. «C’è ancora tempo - va dritto al punto Gostoli - per unire le forze. Se c’è la disponibi- lità possiamo incontrarci per discutere di pro- gramma. Una possibile alleanza si deve fare non per Zingaretti o Conte, ma per le Marche e per dare ai marchigiani una nuova stagione di buon governo. La coalizione intorno a Maurizio Mangialardi sostenuto dal centrosinistra, dalle forze civiche dei comuni e dal Pd è l’unica alternativa alle destre che allo stesso tempo può aprire una fase nuova».
Il benvenuto
E dire che sin da dicembre Gostoli aveva invitato i Cinque Stelle agli incontri di coali- zione e preventivamente aveva anche incontrato il gruppo consiliare grillino insieme al suo capogruppo a palazzo Leopardi, Micucci per discutere alcune questioni. Poi sono arrivati i facilitatori, gli incontri dei grillini con i vertici e i ripetuti no da Roma. «Noi vinciamo comunque - graffia il segretario regionale dem - ma è un grande errore quello del M5S di correre da solo, perché così facendo rinuncia all’idea di cambiare la regione per fare una battaglia di piccola testimonianza. Per loro il rischio è di rimanere ai margini, diventare irrilevanti e non avere nessuna possibilità di incidere sui temi fondamentali, dall’ambiente alla sanità».
I pontieri in azione
Oltre al dialogo tra Gostoli e Maggi, altre due persone nel centrosinistra avevano portato avanti l’idea che l’alleanza si potesse fare. Il primo, Gianluca Busilacchi, Articolo 1, lo aveva dichiarato giorni dopo Ferragosto 2019 («c’è bisogno del Beppe Sala delle Marche» disse in riferimento a Sauro Longhi). Il secondo, il presidente del consiglio Mastrovincenzo aveva anche porta- to Longhi a un passo dal prendere il testimone di candidato da Luca Ceriscioli. «Il problema è che poi a Roma hanno bloccato tutto e non hanno dato nemmeno la possibilità del voto su Rousseau - sintetizza Gostoli -. È prevalsa linea “mai con il Pd” dei parlamentari e dei facilitatori 5Stelle. Ai continui e rinnovati ap- pelli del Pd è sempre stato risposto che sarebbero andati da soli. Con questo atteggiamento è difficile incontrarsi e trovare una sintesi sui temi perché non c’è la disponibilità. Tutto possono fare ma non dare la colpa al Pd se non se non si fa l’accordo».
Di Andrea Taffi
Corriere Adriatico
Di Andrea Taffi
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