Europa. La strada giusta per gestire la complessità del quadro internazionale
Negoziati e discussioni sull'uscita della Gran Bretagna dall’UE continuano. Nel frattempo, il mondo non si è fermato.
Dopo la progressiva stabilizzazione della situazione degli istituti bancari, che non ha avuto il consenso di tutte le parti in causa, l'Europa sta dimostrando di essere uno strumento utile in altri settori, come ad esempio l'entrata in vigore delle norme sulle tariffe telefoniche (che hanno notevolmente abbassato i costi di comunicazione degli utenti nello spazio europeo) o la presa in carico di problematiche, con relativa legislazione, legate allo scandalo sulle emissioni dei veicoli Diesel (il cosiddetto "Dieselgate").
Ad un livello superiore, la cooperazione multinazionale e quella multilaterale registrano anche successi, come il calo notevole di azioni legate al terrorismo internazionale e all'espansione del cosiddetto "Stato Islamico", conflitto che si è combattuto su un doppio fronte. Da una parte, si trattava di fermare - anche con l'uso della forza – e di liberare le zone afflitte dal terrorismo, che si richiamava falsamente alla religione islamica, e, dall'altra, di gestire tutte le problematiche legate alle crescenti intolleranze e all'aumento dei focolai di tensione nei confronti di cittadini europei di fede musulmana.
Poi ci sono azioni come quella della terza Assemblea delle Nazioni Unite per l'Ambiente, che stanno cercando di far passare l'idea di un Patto Mondiale per l'Ambiente, che ci dovrebbero portare progressivamente verso l'enunciazione di nuovi diritti dell'uomo che punterebbero al diritto di ciascuno di vivere in un Ambiente sano.
A livello internazionale, abbiamo un terzo elemento come quello dell'entrata in vigore dell'Alleanza Solare Internazionale con sede in India.
Molti Stati delle regioni tropicali si sono uniti per sfruttare questa energia rinnovabile, proprio in un contesto nel quale nelle suddette zone, pur essendo molto abbondante, viene poco utilizzata.
Questa è una strada obbligata da percorrere, anche perché non dobbiamo dimenticare che, negli ultimi 40 anni, la popolazione mondiale è raddoppiata e che, da 7,5 miliardi di individui nel 2017, potrebbe raggiungerne 10 miliardi nel 2050.
L'ultimo grande terremoto politico causato dal riconoscimento di Gerusalemme come Capitale dello Stato di Israele da parte dell'attuale Presidente degli Stati Uniti ci espone a nuovi rischi e a maggiori focolai di tensione internazionale dai quali solo l'Europa ci può permettere di districarsi e/o di salvarsi.
In una situazione europea difficile, ma con un'uscita progressiva di molti paesi dalla crisi, in una situazione nella quale si era riusciti a realizzare una certa stabilizzazione del quadro internazionale, senza contare la presa in mano di gravi problemi umani e umanitari come le migrazioni internazionali che hanno addirittura portato alla modifica del Trattato di Dublino, questa decisione - sulla quale in realtà non sono ancora arrivate tutte le opinioni a favore o contrarie - rischia di aumentare la complessità del quadro internazionale in modo esponenziale.
E in queste condizioni, chi avesse ancora dei dubbi sulla nostra organizzazione - davanti alla quale anche gli indipendentisti catalani che vogliono diventare uno stato repubblicano indipendente staccandosi dalla monarchia spagnola sono andati a manifestare a Bruxelles - l'Europa resta il nostro collante, il nostro destino comune, la nostra promessa grazie alla quale possiamo sperare, ma soprattutto garantire, pace e prosperità.
Frida Paolella
Responsabile Europa, Internazionalizzazione
e Imprenditorialità PD Marche