Sul nome di Maurizio Mangialardi è arrivato il consenso di 35 dei 39 componenti della direzione e aventi diritto di voto presenti al vertice dem (4 gli assenti), tranne di Paolo Petrini che non ha partecipato alla votazione perché ha lasciato il dibattito prima del suo termine. Il disco verde è arrivato dopo più di tre ore di dibattito, aperto dal segretario regionale dei dem Giovanni Gostoli, nel corso del quale sono stati ascoltati una ventina di interventi fra i quali quelli di Comi, Petrini, Luchetti, Carancini, Mastrovincenzo, Agostini, Manzi, Lodolini e Volpini. Tra i presenti il presidente regionale Luca Ceriscioli, la sindaca di Ancona Valeria Mancinelli e il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, che hanno fatto quadrato su Mangialardi.
A votare contro sono stati invece Marco Lucchetti e Valeria Picardi, mentre il sindaco di Macerata Romano Carancini si è astenuto.
Insomma il Pd ha trovato una convergenza su un candidato unico, grazie al passo indietro compiuto dal presidente regionale Luca Ceriscioli che nei giorni scorsi aveva richiamato al senso di responsabilità proprio mentre era alle prese con la gestione dell’emergenza da Coronavirus, e grazie anche ad un documento di sostegno sottoscritto da una novantina di sindaci marchigiani.
Tra le principali critiche mosse alla candidatura di Mangialardi quella sulla vicenda giudiziaria legate all’alluvione del 2014, un’accusa alla quale il sindaco uscente di Senigallia ha replicato che «si risponde intanto valutando i capi di imputazione, che sono legati a un percorso che ha portato a salvare una città importante delle Marche, come è quella di Senigallia, dopo un’alluvione catastrofica. Quindi penso che non sarà elemento di speculazione, perché chi governa il territorio sa che per riuscire ad ottenere risultati bisogna anche mettere il cuore al di là dell’ostacolo».
Al vertice ha preso parte il vicesegretario nazionale del Pd Andrea Orlando, che con il suo intervento ha chiuso l’ampio dibattito: «Adesso c’è il confronto con la coalizione – ha dichiarato -, per allargarla e per mobilitare quante più forze possibili. Sono soddisfatto del fatto che si sia trovato un grado di unità, che è il punto di partenza per allargare la coalizione».
«Una bella partenza l’approvazione della direzione con due voti contrari e un astenuto» ha commentato il presidente regionale Luca Ceriscioli che ha invitato gli alleati alla convergenza sul nome uscito dalla direzione dei dem. «È importante lavorare con gli alleati per costruire una alleanza più larga possibile» ha detto il governatore nel sottolineare che «da oggi il Pd ha un candidato» e quindi «inizia la campagna elettorale».
«Riunite le forze – ha dichiarato il segretario regionale dei dem Giovanni Gostoli – , siamo così anche nelle condizioni di unire e allargare la coalizione. Oggi il Partito democratico delle Marche ha confermato la strada e il percorso che abbiamo iniziato sin dall’inizio, cioè la nostra disponibilità a costruire una coalizione ampia, aperta alle migliori forze civiche, che sappia rappresentare una fase nuova. E da oggi viene anche, come novità, la candidatura di Maurizio Mangialardi che noi mettiamo a disposizione per interpretare il civismo del buon governo e del fare che noi abbiamo nel territorio. Quindi oggi viene un passo in avanti rispetto al percorso fatto nei mesi scorsi e che mettiamo a disposizione con umiltà per tutta la coalizione di centrosinistra e delle forze civiche».
Sollecitato dai giornalisti a margine del dibattito sulla presa di distanza da parte degli alleati Gostoli ha spiegato che dagli alleati era giunta la richiesta di assunzione di responsabilità da parte del Partito Democratico per mettere in campo una candidatura «capace di interpretare una fase nuova e l’allargamento alle forze civiche. Con molta umiltà, il dibattito dei mesi scorsi non registrava le condizioni per avere una larga condivisione all’interno del Partito Democratico. Negli ultimi giorni, questa situazione è cambiata in positivo, il Pd ha ritrovato un’ampia unità e una larga convergenza oltre gli steccati congressuali dello scorso anno, e oggi mette a disposizione dell’alleanza non una figura qualsiasi, ma Maurizio Mangialardi, che è presidente dell’Anci e sindaco di Senigallia, la cui candidatura è partita anzitutto da tanti sindaci, in particolare delle aree interne, che rappresentano un civismo del fare e del buon governo sul territorio».
Secondo Gostoli quella di Mangialardi è una candidatura che «può rappresentare un elemento in più per unire tutto il centrosinistra e raccogliere attorno alla proposta politica che nei mesi scorsi abbiamo articolato anche e soprattutto nei termini dei contenuti e di proposte non solo l’apertura alla fase nuova ma anche la valorizzazione delle migliori forze civiche che noi abbiamo sul territorio. D’Altronde, il Partito democratico già in passato è stato capace di riunire attorno a sé le forze civiche e lo ha fatto alle ultime elezioni amministrative, dove abbiamo vinto nell’80% dei comuni». Insomma per il segretario dei dem il fatto che il «Pd riesce, con una larga maggioranza, a mettere in campo una proposta e quindi a tornare unito, è una forza non solo del Pd ma per l’intera coalizione di centrosinistra».
Mangialardi, commosso, ha sottolineato la spinta importante alla sua candidatura da parte dei sindaci, «i grandi gesti che sono avvenuti, come quello della disponibilità del nostro presidente Luca Ceriscioli, e il sostegno di Valeria Mancinelli e di Matteo Ricci. Da oggi iniziamo quello che serve: a parlare con i cittadini associati, quindi se ci sono movimenti che riescono ad aggregarli e che rappresentano questa nuova spinta insieme ai partiti della coalizione dobbiamo confrontarci e tenerli dentro un nuovo progetto per questa regione».
Poi rivolgendosi agli alleati al termine del dibattito ha spiegato «siamo nelle condizioni di poter dialogare per valorizzare i grandi progetti che caratterizzeranno il centrosinistra futuro e loro saranno protagonisti». «Senza pregiudizi – prosegue – e con la disponibilità di chi, in questi anni e con ruoli diversi, ha sempre dialogato anche con pezzi che non erano organici al Partito Democratico».
Poi l’appello rivolto all’ex rettore Sauro Longhi del quale ha sottolineato il «grande lavoro» svolto «per riscaldare animi che non sono riconducibili ai partiti e che dobbiamo confrontarci per trovare un modo per catalizzarli dentro questo progetto nuovo della Regione Marche».
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