Discontinuità e unità sono le parole chiave che hanno contraddistinto la relazione della neo Segretaria Chantal Bomprezzi alla prima riunione dell’organo direttivo del PD Marche: “Discontinuità rispetto a un partito del passato sin troppo chiuso, percepito come distante dall’opinione pubblica, poco coraggioso sulle scelte di campo da abbracciare, litigioso sui giornali. Poi unità nell’azione politica e istituzionale”.
La Segretaria ha esordito sottolineato innanzitutto il risultato straordinario delle Primarie del 26 febbraio dove oltre venticinquemila marchigiani hanno ricaricato il Partito di speranza ed entusiasmo: “Iniziamo a parlare dei problemi dei cittadini con i cittadini, con chi ha più bisogno e non ce la fa”.
La chiave è, secondo la Segretaria, quella di marcare ancor più chiaramente l’identità politica del PD con i valori forti del centro-sinistra: “Il PD Marche si caratterizzerà lungo 3 direttrici strategiche: il lavoro, la lotta alle disuguaglianze, la sanità pubblica. Queste missioni dovranno rappresentare il fulcro dell’azione politica di un partito come il nostro, progressista, ambientalista, europeista, attento a dare a tutti pari opportunità”.
La Segretaria ha quindi presentato le azioni da mettere in campo su ciascuno dei 3 temi: “Il lavoro viene prima di tutto – ha assicurato la Segretaria Dem – e il mercato del lavoro delle Marche è caratterizzato da rapporti di lavoro precari e di breve durata, questo ha fatto perdere la fiducia di troppe persone nei confronti delle istituzioni. Dobbiamo darci da fare su questo fronte affinché nessuno perda la speranza di un lavoro sicuro e dignitoso”.
“Lottare contro ogni disuguaglianza deve essere un imperativo – ha detto Bomprezzi. Nelle Marche, nonostante gli annunci iniziali, il governo delle destre ha tolto risorse ai settori socio assistenziali, proprio in un periodo di crisi acuta come questo. A fronte di un incremento dei bisogni, della domanda di solidarietà, della necessità di sostenere la non autosufficienza, quando è il momento di incrementare le politiche domiciliari, investire sulla rete dei servizi territoriali socio-sanitari, promuovere interventi contro l'esclusione sociale e per il sostegno alle famiglie in condizione di fragilità, la Giunta Acquaroli ha pensato bene di diminuire le risorse proprio dove servono”.
Terzo punto al centro dell’agenda politica del PD Marche sarà quello sulla sanità pubblica. Qui Chantal Bomprezzi ha evidenziato tutte le criticità emerse in questi ultimi anni, sottolineando come: “A fronte di un aumento esponenziale dei costi vivi in ambito sanitario, le risorse messe a disposizione non solo sono diminuite ma addirittura sono state impegnate verso maggiori ed inutili costi burocratici e amministrativi delle nuove sovrastrutture organizzative e di potere. La rete dell'emergenza-urgenza nelle aree interne è stata depotenziata. Si sono ridotti drammaticamente medici, mezzi e risorse. Rispetto a questo, non vi è nessuna iniziativa per il contenimento dei tempi di attesa, per le prestazioni ambulatoriali, diagnostiche e per gli interventi chirurgici”.
“Ciò che sta accadendo – prosegue la Segretaria Dem – è inaccettabile. Essendo ormai arrivati a metà mandato, sarà ancora più indispensabile che come PD Marche, insieme al gruppo consiliare, si faccia emergere con chiarezza di fronte ai marchigiani l’enorme, incolmabile distanza tra le velleitarie promesse elettorali e le inconcludenti e dannose azioni del presidente Acquaroli e la sua Giunta”.
“Da parte nostra – ha concluso Bomprezzi – affronteremo in modo unitario e convinto le grandi sfide che ci attendono, insieme, auspicabilmente, a tutte le forze politiche e civiche che si riconoscono nei nostri valori”.
La Segretaria PD Marche ha quindi elencato i coordinatori delle aree tematiche, 3 delle 4 personalità di supporto alla segreteria e le deleghe per ciascuno dei componenti della segreteria regionale.
Le personalità
Francesco Borioni (in rappresentanza di Articolo 1), Luca Ceriscioli (ex governatore delle Marche), Michele Franchi (sindaco di Arquata, simbolo della tragedia del terremoto e della ricostruzione post sisma del 2016).
Coordinatori delle aree tematiche
- Sanità – Claudio Maffei
- Welfare e politiche sociali – Marina Bargnesi
- Lavoro – Andrea Orazi
- Ambiente, conversione ecologica, dissesto idrogeologico, difesa del suolo e della costa – Giancarlo Scortichini
- PNRR – Alessia Morani
- Ricostruzione – Angelo Flaiani
- Aree interne – Andrea Gubbiotti
- Infrastrutture e mobilità – Andrea Gonnella
- Scuola – Ornella Formica
- Università e ricerca – Fulvio Esposito
- Sviluppo economico e PMI – Antonello Delle Noci
- Turismo e cultura – Andrea Di Virgilio
- Politiche agricole, alimentari e green economy – Mirella Gattari
- Servizi pubblici a rilevanza economica e multiutility – Nicola Loira
- Politiche europee – Federico Scaramucci
- Pari opportunità, diritti civili e disuguaglianze – Greta Vesprini
- Diritti umani, pace e immigrazione – Anna Rosa Cianci
- Innovazione – Dario Romano
- Scenari internazionali – Claudio Benigni
- Sport – Massimo Costantini
- Pesca – Piergiorgio Giorgi
- Legalità – Alessandro Vallesi
- Comunicazione – Leonardo Virgili
- Transizione digitale – Piero Mennò.
Deleghe ai componenti della segretaria
- Matteo Terrani – vicesegretario, coordinatore assemblea regionale degli amministratori locali
- Andrea Belegni – coordinatore di segreteria, referente III Commissione consiliare
- Saura Casigliani – referente II Commissione consiliare
- Daniele Sturani – referente IV commissione consiliare
- Andrea Salvatori – rapporti con le parti sociali
- Manuela Ciaruffoli – rapporti con il terzo settore
- Alessandro Iagatti – referente I Commissione consiliare
- Mattia Santarelli – rapporti con associazioni studentesche e diritto allo studio
- Claudio Cavallaro – rapporti con le associazioni di categoria
- Sara Calisti – formazione, partecipazione, rapporti con i circoli
- Alessandro Del Monte – coordinatore delle aree tematiche
- Chiara Croce - rapporti con i Giovani Democratici
Relazione della Segretaria PD Marche testo completo
Relazione della Segretaria Chantal Bomprezzi – Direzione regionale PD Marche 02/04/2023
Parte 1. Saluti.
Ringrazio tutti voi per la presenza numerosa, oserei dire consapevole, a questa prima direzione del nuovo PD delle Marche.
Vi ringrazio innanzitutto per l’adesione a questo impegno, per essere qui oggi, per la strada che abbiamo fatto tutti per arrivare fin qui e per quella che faremo insieme.
Questa prima direzione si svolge di domenica mattina. Sono consapevole che molti di voi hanno dovuto fare uno sforzo per assicurare la loro presenza, e di questo vi ringrazio. Mia intenzione era quella di assicurare la massima partecipazione, ma al contempo consentire a questo importante organismo di riunirsi prima delle festività pasquali, dopo aver concluso il giro nei territori con le 5 assemblee provinciali aperte. Alla prossima segreteria, sentiti i segretari di federazione, valuteremo insieme un’alternativa migliore.
Parte 2. Le primarie.
Il recente congresso ci ha restituito un risultato straordinario. Nonostante le avverse condizioni atmosferiche, la sfiducia nelle istituzioni e nei partiti, il 26 febbraio nelle Marche oltre venticinquemila persone, la gran parte delle quali non iscritte al Partito (su 10 votanti, 9 non iscritti e 1 iscritto), si sono presentate ai seggi esprimendo un messaggio chiaro di rinnovata fiducia e volontà di partecipazione.
Un risultato straordinario, che ci ha colto quasi impreparati ma riempito di speranza ed entusiasmo.
Ciò non di meno non possiamo trascurare che dalla prima edizione delle primarie, che si svolse il 14 ottobre 2007, molto, quasi tutto, è cambiato. Quei 3.554.169 elettori dem sono un ricordo ma anche un nuovo traguardo.
Due dati in particolare: 1) negli anni il numero dei partecipanti è progressivamente diminuito e con esso il numero degli iscritti ed il radicamento del nostro partito; 2) mai era accaduto che un segretario eletto dagli iscritti non fosse anche vincitore delle primarie.
Non possiamo non cogliere questo messaggio del nostro popolo e lavorare insieme per non tradire il messaggio di cambiamento che ci hanno consegnato.
Parte 3. Le nostre battaglie dalla parte dei marchigiani.
Non dimentichiamoci qual è la nostra missione. Il nostro compito inderogabile. Possiamo deludere i nostri, i nostri compagni nel partito ma non possiamo tradire le aspettative di chi ci ha sostenuto e guarda a noi con speranza, fiducia.
Se non vogliamo davvero tradire tanta fiducia dobbiamo smetterla di parlare di noi stessi e parlare degli altri, di chi ha più bisogno e non ce la fa.
L’altro grande errore che è stata attribuito al Pd nel passato è stato quello di non aver assunto un’IDENTITÀ POLITICA CHIARA, all’insegna dei valori del centro-sinistra, sui temi principali del dibattito politico. In ragione di ciò, il PD Marche si caratterizzerà lungo 3 direttrici strategiche: il lavoro, la lotta alle disuguaglianze, la sanità pubblica. Ritengo che queste direttrici rappresentino il fulcro dell’azione politica di un partito progressista, ambientalista, europeista, attento a dare a tutti pari opportunità, come il nostro.
3.A. IL LAVORO PRIMA DI TUTTO. MA NON SOLO QUESTO. LA POLITICA DEVE SOSTENERE L’OCCUPAZIONE E VIGILARE SULLE SUE CONDIZIONI E SUL SUO SFRUTTAMENTO.
Nel secondo trimestre 2022 gli occupati nelle Marche sono 640 mila. Rispetto al II trimestre del 2021, aumentano di 20 mila unità (+3,3%), di cui +7 mila autonomi e +13 mila dipendenti. Cresce il tasso di occupazione, in modo più marcato nell’agricoltura (+28,1%) e nelle costruzioni (+27,8%), mentre le altre attività dei servizi segnano un calo del 3,9%.
Rispetto allo stesso periodo del 2021 scende il tasso di disoccupazione (5,2%): i disoccupati diminuiscono di 15 mila unità (-30,1%); in particolare, risulta significativo il calo delle disoccupate (- 10 mila unità).
Questi dati sono incoraggianti e rivelano una grande capacità del nostro sistema produttivo, fatto di piccole e medie imprese, di reagire alla crisi con capacità imprenditoriale, laboriosità e coraggio ma nascondono un dato allarmante. Un dato sul quale la politica dovrebbe intervenire invece è distratta, concentrata solo ad enfatizzare i numeri ma non la realtà del mondo lavorativo occupazionale.
Nei primi sei mesi del 2022 le aziende marchigiane da un lato registrano 124.306 assunzioni, il 21,3% in più rispetto allo stesso periodo 2021 (+22 mila circa) ma al contempo registrano uno dei più alti tassi di cessazione dei rapporti di lavoro: essi sono stati 84.415 con un incremento del 31,7% rispetto al 2021 e del 4,9% rispetto al 2019. Il saldo assunzioni – cessazioni è positivo nel complesso (+35.891) ma il lavoro tra i più precari del paese.
Nelle Marche, la quota di contratti a tempo indeterminato sul totale di quelli attivati è nettamente sotto la media del Paese: la regione è quartultima. Anche l’incidenza dei contratti a termine sul totale è inferiore alla media nazionale (35,8% contro 41,5%).
Condivido la preoccupazione dei sindacati marchigiani che evidenziano come il mercato del lavoro delle Marche è caratterizzato da rapporti di lavoro precari e di breve durata, tali da nascondere anche evasione contributiva e contrattuale.
Per questo nelle Marche cresce anche la popolazione “inattiva”, ovvero il numero delle persone che hanno perso la fiducia nelle istituzioni e si arrendono, si rassegnano e con loro sacrificano sogni di emancipazione e sicurezza. Il tasso di inattività si attesta al 29,5%. Gli inattivi in età da lavoro sono 273 mila, per la maggior parte donne (61,3%).
La politica regionale è latitante. Non una parola dal governo regionale su questo tema che è innanzitutto un fatto di giustizia sociale, di democrazia, di futuro e sicurezza per tante, tante donne e tantissimi giovani.
Il PD su questo tema deve impegnarsi in una battaglia politica serrata, senza ambiguità perché il nostro posto è innanzitutto dalla parte dei più deboli, dei giovani, delle donne.
Il silenzio assordante del governo regionale riguarda tutto il mondo del lavoro. Un mondo che avrebbe necessità di arginare le chiusure o le delocalizzazioni di multinazionali, rispetto a cui molti lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro. Un mondo che dovrebbe sostenere concretamente l’occupazione femminile, delle persone con disabilità, dei giovani (i cd “neet”, che non studiano né lavorano, rappresentano infatti il 16% del totale). Non sono previsti interventi, ad esempio, che possano sostenere i soggetti più fragili e vulnerabili, di premialità per il talento o la capacità imprenditoriale, di formazione professionale. Non sono previste forme di potenziamento della sicurezza nei posti di lavoro, o di contrasto al lavoro irregolare, nonostante i dati siano piuttosto allarmanti e preoccupanti.
3: B. La lotta alle disuguaglianze come imperativo morale prima ancora che priorità politica.
Il recente rapporto della Caritas ci inchioda davanti ad una realtà drammatica rispetto ai livelli di povertà nel nostro Paese (oltre 5 milioni e mezzo di poveri, di cui un milione e 400.000 bambini; 2 milioni di famiglie, in particolare quelle più numerose, in condizione di povertà assoluta). Nelle Marche, nonostante gli annunci iniziali, non sono seguiti fatti. Non ci sono risorse sul sociale, con la soppressione del finanziamento stanziato nel 2020 dall'Amministrazione di centro-sinistra a sostegno degli ambiti sociali, vere sentinelle delle politiche di integrazione socio assistenziale sul territorio tra istituzioni e il prezioso terzo settore.
A fronte di un incremento dei bisogni, della domanda di solidarietà, della necessità di sostenere la non autosufficienza, di incrementare le politiche domiciliari, investire sula rete dei servizi territoriali socio-sanitari, promuovere interventi contro l'esclusione sociale e per il sostegno alle famiglie in condizione di fragilità, le risorse sono diminuite, diluite in onerose ed inutili riforme, le politiche sociali nelle Marche sono state abbandonate.
Questa forse sarà la politica del governo di destra Acquaroli, ma non è la nostra politica, ma soprattutto non è quella di cui hanno bisogno i marchigiani.
3.C. la difesa del servizio sanitario pubblico per un modello più inclusivo e di qualità
La tanto annunciata riforma sanitaria del governo Acquaroli non ha ampliato l’offerta dei servizi, non l’ha neppure qualificata. Per la verità non è neppure riuscita a conservare i servizi preesistenti alla sua vittoria.
A fronte di un aumento esponenziale dei costi della tecnologia, dei farmaci, del costo del lavoro, dell’incremento della domanda di prestazioni sanitarie, le risorse non solo sono diminuite ma addirittura sono state impegnate nei maggiori ed inutili costi burocratici e amministrativi delle nuove sovrastrutture organizzative e di potere.
La rete dell'emergenza-urgenza nelle aree interne è stata depotenziata. Si sono ridotti drammaticamente medici, mezzi, risorse. La situazione nei Pronto Soccorso degenera quotidianamente, con attese inaccettabili per gli utenti. Rispetto a questo, non vi è nessuna iniziativa per il contenimento dei tempi di attesa, per le prestazioni ambulatoriali, diagnostiche e per gli interventi chirurgici: solo una riga generica, nell’intero DEFR, è dedicata a questa emergenza regionale.
Al contempo, i dati sulla mobilità passiva crescono nelle Marche (con un aumento del 16% nel 2021).
Tutti i servizi territoriali sono stati depotenziati: i centri di prevenzione, quelli di salute mentale, i consultori, la neuropsichiatria infantile, le dipendenze patologiche e demenze. Pur essendo una delle regioni più longeve d’Italia e con un numero elevatissimo di malati cronici, la Giunta acquaroli ha smesso di investire sui servizi socio sanitari residenziali e sull’integrazione con le cure domiciliari e intermedie.
C'è quindi una totale assenza di politica sanitaria, ancora una volta sostituita da un mix di retorica e propaganda.
3.D il governo acquaroli ha tradito le aspettative di quanti confidavano in un cambiamento.
Il cambiamento c’ è stato ma in peggio. L’assenza di risultati del governo regionale sull’edilizia scolastica, sul trasporto pubblico locale, sulla tutela del territorio e dell'ambiente, sulla gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica, in particolare sul ciclo dei rifiuti e sul servizio idrico, lo rendono ogni giorno più evidente.
Pertanto ritengo utile, alla presenza e al fianco del gruppo consiliare, che venga fatto un bilancio puntuale di metà mandato, affinché emerga con chiarezza di fronte ai marchigiani l’enorme, incolmabile distanza tra le velleitarie promesse elettorali e le inconcludenti e dannose azioni del presidente Acquaroli e la sua Giunta.
Parte 4. Una grande alleanza con i marchigiani per una nuova stagione di buon governo della nostra regione.
La Regione Marche ha bisogno di voltare pagina. Ma non basta dirlo, evocarlo, occorre impegnarsi tutti concretamente per poterlo fare.
Con questo governo di destra-centro i temi strategici della creazione e della difesa del lavoro, della lotta alle diseguaglianze, della tutela di un servizio sanitario pubblico ed universalistico, della tutela di un territorio meraviglioso ma fragile e vulnerabile, dello sviluppo equo e sostenibile, della ricostruzione post sisma, rischiano di non essere mai affrontati e non trovare risposte adeguate e tempestive.
Abbiamo il dovere di lavorare per costruire un’alternativa politica, competitiva e adeguata.
La contesa elettorale per il governo della Regione Marche non è per nulla scontata. Le prossime elezioni regionali sono contendibili. La delusione e l’insoddisfazione della comunità marchigiana è ogni giorno più evidente. Non sarà facile ma non è affatto una sfida impossibile.
Serve un patto programmatico e valoriale, scevro da personalismi, veti e pregiudiziali, con tutte le forze politiche di opposizione al governo regionale, sia partitiche che civiche. Non sarà facile ma spetta a noi, Partito Democratico, il compito di costruirlo, ed io chiedo a voi tutti di aiutarmi a farlo.
Prima di realizzare questo patto politico di campo largo occorre avviare una campagna di ascolto dei territori. Non possiamo avere la pretesa di parlare ai marchigiani se prima non torneremo da loro ad ascoltare i loro bisogni. Troppo spesso la politica si arroga il diritto di parlare a tutti, di dare risposte a tutto ma di rado si pone il problema di ascoltare qualcuno. Ascoltare è diventato difficile ed è una nuova emergenza sociale e politica. Noi dobbiamo tornare ad essere il partito che ascolta, tutti, partendo dai più deboli e ai margini della società.
Solo dopo aver concluso una seria campagna di ascolto in tutte le marche, nei comuni, con tutti i soggetti rappresentativi della nostra complessa comunità, non soli, ma INSIEME A tutte le forze politiche, inizieremo a immaginare, progettare, sperimentare soluzioni, risposte ed impegni politici.
Parte 5. L’unità del PD per affrontare le grandi sfide che ci attendono.
Per fare tutto questo. Per essere all’altezza delle sfide che ci attendono serve serietà, solidarietà, tensione unitaria, coerenza con i nostri ideali.
Vorrei che fosse comune a tutti noi lo sforzo di lavorare per la massima unità possibile avendo cura della nostra storia, dei nostri valori della richiesta di cambiamento arrivata dal popolo delle primarie.
Non siamo riusciti ancora in questo proposito che sono sicura appartiene a me ma anche a Michela.
Il partito nazionale tutto è stato più bravo di noi. L’accordo per la gestione unitaria del partito, con il presidente alla minoranza, i capigruppo alla maggioranza, una segreteria plurale è stato apprezzato da tutto il partito. Il mio impegno a perseguire ogni giorno l’obiettivo dell’unità sarà totale.
Insieme a Michela, che auspico possa essere presto la vice segretaria regionale del PD, e portare con sé la sua squadra, spero di ricostruire un partito che guardi al futuro e superi le divisioni del passato.
Una delle mie prerogative statutarie è quella di nominare 4 personalità. Oggi ne indicherò 3 di indubbio valore: un rappresentante di Art. 1 (soggetto aderente alla fase costituente del nuovo PD) ovvero Francesco Borioni, l’ex presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, ed un sindaco simbolo della tragedia del terremoto e della ricostruzione post sisma del 2016 ovvero il sindaco di Arquata Michele Franchi. La quarta auspico sia Michela a segnalarmela qualora ci sarà un impegno comune a guidare l’una accanto all’altra questo partito.
Non possiamo permetterci di restare divisi perché la politica di un partito è un cammino comune, perché la politica è camminare insieme. È avere la consapevolezza, o anche solo la speranza, di andare tutti nella stessa direzione.
In questo spirito il gruppo consiliare svolge un ruolo importante. Quel gruppo rappresenta il partito nelle istituzioni. Il suo capogruppo è di fatto il portavoce del partito nella massima istituzione regionale.
Tutti dobbiamo essere animati dalla medesima tensione unitaria e tutti dobbiamo perseguirla ogni giorno come insieme dobbiamo concorrere alla costruzione della proposta politica, di una coalizione di campo largo competitiva, di una offerta programmatica puntuale e concreta.
Ho grande rispetto per l’autonomia dei singoli consiglieri del pd e di tutto il gruppo consiliare, ma questo non esclude che il partito possa e debba svolgere una funzione di indirizzo e di sintesi quando questa mira a perseguire obiettivi unitari e politici del partito. Per questo spero che il gruppo coinvolga il Partito nella sua attività quotidiana, affinché emerga, anche nella comunicazione verso l’esterno, un’azione del PD unica, sinergica e coordinata. Auspico che si possa sempre pervenire ad una sintesi unitaria a partire dalle nomine che riguardano il PD e la coalizione, con proposte condivise con il Partito, che può aiutare a trovare soluzioni che non compromettano questo fondamentale percorso.
Tutti siamo d’accordo sulla necessità di tenere unito il Pd ma non sarà facile e non si può fare senza generosità, senza un metodo condiviso di lavoro, senza emanciparci dall’idea che l’unità sia semplicemente la sintesi dei destini personali.
Parte 6. Il partito che tutti immaginiamo, auspichiamo, vogliamo ricostruire dovrà essere un partito aperto, inclusivo, coraggioso, radicato, organizzato, capace di comunicare ma soprattutto di ascoltare.
Non a caso il primo atto politico della Segretaria è stato quello di convocare i 5 segretari provinciali e organizzare, nel primo mese di mandato, 5 assemblee provinciali aperte, una per provincia.
Questo ha consentito di tornare immediatamente nei territori e di avviare una prima campagna di ascolto che ha coinvolto iscritti e non iscritti. Le 5 iniziative hanno visto una nutrita partecipazione e una platea diversa dal solito, con tanti giovani, tante donne, tanti rappresentanti del modo del lavoro e dell’associazionismo.
Il partito regionale andrà ristrutturato attraverso il prezioso lavoro della segreteria (organizzata per deleghe organizzative), dei segretari provinciali, dei consiglieri regionali, dei referenti tematici, della direzione regionale.
Il futuro assetto organizzativo dell’Esecutivo prevede anche deleghe dedicate alla partecipazione e ai rapporti costanti (non solo preelettorali) con le parti sociali, il terzo settore, le associazioni studentesche, le associazioni di categoria, i giovani democratici. Parallelamente, verranno costituiti gruppi di studio e di consultazione, per approfondire rilevanti ambiti politici, suddivisi per aree tematiche e composti da soggetti di elevate competenze, non necessariamente parte degli organismi regionali e/o iscritti al Partito; l’apertura del PD Marche, infatti, si misurerà anche dalla capacità di aggregare le persone migliori, che possano mettere a disposizione le proprie conoscenze per supportare il Partito nel portare avanti le proprie battaglie politiche.
Nel complesso, le aree tematiche finora costituite sono le seguenti, ciascuna con i propri referenti:
- Sanità – Claudio Maffei
- Welfare e politiche sociali – Marina Bargnesi
- Lavoro – Andrea Orazi
- Ambiente, conversione ecologica, dissesto idrogeologico, difesa del suolo e della costa – Giancarlo Scortichini
- PNRR – Alessia Morani
- Ricostruzione – Angelo Flaiani
- Aree interne – Andrea Gubbiotti
- Infrastrutture e mobilità – Andrea Gonella
- Scuola – Ornella Formica
- Università e ricerca – Fulvio Esposito
- Sviluppo economico e PMI – Antonello Delle Noci
- Turismo e cultura – Andrea Di Virgilio
- Politiche agricole, alimentari e green economy – Mirella Gattari
- Servizi pubblici a rilevanza economica e multiutility – Nicola Loira
- Politiche europee – Federico Scaramucci
- Pari opportunità, diritti civili e disuguaglianze – Greta Vesprini
- Diritti umani, pace e immigrazione – Anna Rosa Cianci
- Innovazione – Dario Romano
- Scenari internazionali – Claudio Benigni
- Sport – Massimo Costantini
- Pesca – Piergiorgio Giorgi
- Legalità – Alessandro Vallesi
- Comunicazione – Leonardo Virgili
- Transizione digitale – Piero Mennò
Tutti i referenti saranno invitati permanentemente a partecipare ai lavori della direzione regionale, in modo tale da costruire insieme, passo dopo passo, un dibattito politico alternativo, vincente, di alta qualità. Le aree tematiche sono infatti pensate come fucina di studio, di approfondimento, di proposte politiche e di iniziative tematiche, con un duplice obiettivo: far emergere le contraddizioni e l’inconcludenza della destra di governo, da un lato; formare il programma elettorale del PD Marche in vista delle prossime elezioni regionali, dall’altro.
Potranno certamente avanzare alla Segretaria la propria volontà di aderire alle aree tematiche altri soggetti, dentro e fuori gli organismi.
Le aree tematiche potranno essere affiancate da Forum tematici, strumenti di democrazia partecipativa aperti a tutte e tutti coloro che vorranno stimolare la discussione e dare il proprio contributo.
La chiarezza delle idee passa anche per una buona comunicazione, che funga da cassa di risonanza delle iniziative e delle azioni del PD Marche. A questo proposito è già stata istituita ad hoc l’area tematica “Comunicazione”, deputata a veicolare l’informazione del Partito delle Marche mediante i social, il sito web del PD Marche, i rapporti con i media.
Particolare attenzione andrà dedicata al sostengo ai circoli, alla loro riorganizzazione e radicamento perché è su di essi che poggia tutta l’iniziativa del nostro partito. I circoli sono il cuore pulsante del Partito, antenne sui territori, strumento di diffusione capillare delle proposte e dell’azione politica. In questo obiettivo sarà indispensabile fare squadra con gli organismi provinciali. Pertanto, la Segretaria o i componenti dell’esecutivo regionale assicureranno, a rotazione nelle varie province, come già fatto con le prime 5 iniziative di cui si è dato conto, la propria presenza, grazie al coordinamento del responsabile organizzativo.
Il Partito delle Marche vuole essere un partito di prossimità, presente tra le iscritte e gli iscritti, per dissipare eventuali criticità, promuovere l’unità, stimolare l’adesione di nuove iscritte e iscritti, collaborare su temi comuni, farsi portatore di occasioni di formazione politica (con una delega appositamente pensata all’interno dell’esecutivo regionale).
Il lavoro politico del PD Marche non può prescindere dal RAPPORTO CON I PROPRI RAPPRESENTANTI ISTITUZIONALI, a tutti i livelli. Le istituzioni sono infatti i luoghi dove le proposte e gli approfondimenti politici si possono tradurre in atti. Pertanto, il Capogruppo sarà invitato permanente alla segreteria regionale e quattro componenti dell’esecutivo sono stati designati come referenti delle quattro commissioni consiliari, che si confronteranno costantemente e reciprocamente con i consiglieri regionali del PD appartenenti alle medesime.
Saranno invitati periodicamente alla segreteria regionale anche i parlamentari marchigiani, per ragguagliare il PD Marche circa il proprio operato per quanto attiene alle attività di rilevanza per la regione ed anche per instaurare un collegamento con la linea politica dell’esecutivo regionale, laddove regionale e nazionale si intersechino.
Non è mia intenzione trascurare il lavoro di sostengo alle nostre amministrazioni locali ma anche ai gruppi consiliari di opposizione, troppo spesso abbandonati a loro stessi. In questo sarà fondamentale il ruolo del vice segretario regionale con la delega specifica al coordinamento degli amministratori del PD.
Sarà totale l’impegno del partito regionale anche per le imminenti elezioni AMMINISTRATIVE. Esse costituiscono un momento di verifica importante. Per questo motivo, non avremo una delega unica agli enti locali ma ben 5 deleghe, una per provincia e saranno i segretari provinciali a gestirla partecipando alla segreteria regionale su questo tema specifico. La presenza della loro relazioni in questa assemblea dimostra la nostra massima attenzione.
Parte 7. Conclusioni.
Queste mie brevi comunicazioni e intenti sono volti a definire un metodo di lavoro e un approccio le cui parole chiave vorrei identificare in DISCONTINUITÀ e UNITÀ.
Discontinuità rispetto a un partito del passato sin troppo chiuso, percepito come distante dall’opinione pubblica, poco coraggioso sulle scelte di campo da abbracciare, litigioso sui giornali.
Unità nell’azione politica e istituzionale e nella comunicazione esterna. Ho già avuto modo di dirlo e lo ribadisco con forza: per quanto mi riguarda, non esistono né maggioranza né minoranza, ma il PD Marche. Il nostro popolo ci chiede un PD unito e tale dovremmo essere ed essere percepiti, essendo capaci di elaborare al nostro interno, e solo lì, la sintesi tra le varie sensibilità che sono parte della natura democratica del PD; tutti siamo responsabili, ciascuno per il proprio ruolo e funzione, ed io per prima, di non tradire questo monito che ci è stato dato alle primarie. Dovremo essere “testuggine” compatta e determinata, un tutt’uno per le persone e tra le persone, non per le nostre ambizioni personali. La Politica non è un lavoro, ma un servizio per il bene della comunità.
Spero di avere dato un contributo utile al partito con questo documento che auspico sia condiviso da tutti e sia la piattaforma comune su cui costruire la nostra proposta futura.
Buon lavoro.