Dalla Rassegna Stampa di oggi, l'intervista di Maurizio Mangialardi al Resto del Carlino
Sindaco Maurizio Mangialardi, come sta dopo oltre due mesi di blocco totale?
Bene sul piano personale, ma profondamente addolorato per le tante vite che questa terribile malattia si è portata via. Poi, ovviamente, c’è preoccupazione per le incognite relative alle ricadute sul sistema economico. Dobbiamo evitare in ogni modo che la crisi sanitaria si trasformi in crisi sociale.
Le varie fasi della pandemia sono state contraddistinte da qualche screzio tra Regioni e Governo. Come è stato il rapporto tra i Comuni, anche alla luce del suo incarico di presidente dell’Anci Marche, e il premier Conte?
Parlerei di rapporto di dialettico. Abbiamo apprezzato gli sforzi del governo per far fronte a questa situazione straordinaria. Purtroppo quanto fatto non è ancora sufficiente, per questo motivo come Anci abbiamo scritto al premier Conte affinché venga previsto quanto prima il ristoro dei 3,5 miliardi di euro ai Comuni per sostenere famiglie e imprese.
E con la Regione come sta andando?
Con la Regione e con il presidente Luca Ceriscioli il rapporto è stato di massima collaborazione e credo che l’azione unitaria della filiera istituzionale abbia dato risultati molto positive.
Lei è il sindaco di Senigallia una delle città simbolo del turismo marchigiano: il settore è tra i più colpiti. Come crede sia giusto sostenere gli imprenditori e rilanciare l'offerta?
Abbiamo costantemente seguito l’evolversi della situazione di crisi condividendo scelte importanti, a partire dalla necessità di intervenire immediatamente con contributi a fondo perduto per salvare le imprese del settore turistico che rappresenta un buon 15% del Pil regionale e che con i suoi 80 mila addetti rappresenta certamente un comparto economico di grande valore. Sono convinto che il turismo e le eccellenze del territorio, il ricco patrimonio culturale e paesaggistico di cui disponiamo, facciano delle Marche un sistema integrato, unico, valido e competitivo a livello nazionale e internazionale. Dobbiamo renderlo sempre più qualificato, moderno e competitivo, per farne un grande volano di sviluppo economico.
Più in generale l’intera economia regionale ha grandi problemi e gli industriali scalpitano: cosa ne pensa dell’attacco di Confindustria al governatore Ceriscioli?
Onestamente l’ho trovato ingeneroso. Il protocollo di sicurezza sottoscritto da Regione Marche, Anci, Asur, associazioni di categoria e sindacati ha un unico obiettivo: riaccendere il motore economico della nostra regione e garantire la piena sicurezza dei lavoratori. Credo che il lavoro svolto sia stato ottimo.
Il Pd ha scelto lei come candidato presidente alle prossime elezioni regionali. L'arrivo della pandemia ha bloccato le trattative nel centrosinistra sul suo nome e adesso si è alla ricerca della data in cui tornare alle urne: per lei meglio luglio od ottobre?
Intanto ringrazio il Pd per aver accolto la mia candidatura nata dalla spinta di oltre cento sindaci della nostra regione. Per quanto riguarda i tempi, non ne faccio un questione dirimente, continuerò a lavorare nell’interesse dei cittadini di Senigallia come sindaco, e dei marchigiani come presidente Anci. Quando sarà il momento del confronto elettorale ci faremo trovare pronti. Auspico però che il governo individui presto con le regioni un election day per elezioni amministrative e regionali. Due cose sono importanti: votare in condizioni di sicurezza ed evitare inutili sprechi di risorse.
Sul fronte delle trattative, ho letto sul Carlino le perplessità del coordinatore nazionale di Italia Viva Ettore Rosato.Lo conosco da tanti anni, ci lega un rapporto di stima reciproca. Concordo con lui che serva condivisone per costruire insieme a tutte le forze civiche e politiche del centrosinistra un progetto riformista per la Regione, capace di coniugare crescita economica, coesione sociale e sostenibilità ambientale.
Alla luce di questi cambiamenti le priorità sono cambiate per tutti. Quali saranno le sue?
È del tutto evidente che queste novità impongono la necessità di aggiornare gli obiettivi della pubblica amministrazione regionale. Innovazione, sburocratizzazione, sostenibilità dovranno aggiornare e migliorare ogni nostra azione futura
Le priorità sono cambiate, ma prima di tutto c’è da sanare una ferita profonda, che è quella della ricostruzione post sisma. È nostro dovere restituire certezze e progettualità concrete a tanti cittadini. Senza questo passaggio diventa difficile, se non impossibile, aprire qualsiasi altro ragionamento in alcuni territori. Ovviamente ci sarà la necessità di non farci trovare impreparati quando il prossimo anno ci troveremo di fronte al rimbalzo positivo della nostra economia. Lì sarà fondamentale garantire al nostro sistema delle imprese, innovazione tecnologica, sburocratizzazione e la liquidità necessaria a cogliere le potenzialità della ripresa.
Come giudica la sanità marchigiana che è stata in prima linea dal primo giorno della pandemia?
Complessivamente mi sembra che le Marche, nonostante sia stata una delle regioni più colpite, abbiano retto bene dal punto di vista sanitario e si è dimostrato che non si può arretrare rispetto al modello del Sistema Sanitario Regionale e del Sistema Sanitario Nazionale pubblico. Lo stress test subito dalle nostre strutture ci ha permesso di mettere a fuoco punti di forza e debolezze. Di sicuro il potenziamento del personale medico e infermieristico rappresenta una priorità assoluta. Un altro obiettivo di potenziamento e la riorganizzazione della medicina di prossimità.
Come vede l’immediato futuro?
Con l’ottica dell’ottimismo della volontà. Noi marchigiani siamo persone serie, concrete, creative, laboriose, capaci di rimboccarci le maniche sempre, anche di fronte a difficoltà che possono apparire insormontabili:ce la faremo ancora una volta. Tutti insieme.
Come e se è cambiato Maurizio Mangialardi in questi mesi?
Più che un cambiamento, credo che sia cresciuta la consapevolezza di quanto siamo fragili. Spero che almeno ciò sia servito a farci comprendere meglio l’importanza di valori come la solidarietà e il sentirsi comunità. Troppo spesso li trascuriamo o li diamo per scontati, e invece sono quanto più prezioso abbiamo.