Secondo Euronews, in un servizio sulla presentazione del “Bruxelles Economic Forum”, che si è svolto nella capitale europea il 18 giugno 2019, “nel 2017, l’economia europea è cresciuta del 2,4%, il valore più alto in dieci anni”. Una crescita europea che fatica a farsi sentire in Italia.
Ma siamo tutti d’accordo che non dobbiamo correre dietro alla crescita solo per il piacere di crescere. Dobbiamo ricordarci che la crescita economica in Europa deve avere lo scopo di migliorare le condizioni di vita della popolazione e non soltanto creare ricchezza come mero obiettivo fine a se stesso.
Lo abbiamo ribadito più volte. Non ci sono mai stati così tanti soldi in giro. I tassi di interesse sono al livello più basso, ma non è detto che sarà sempre così.
Nelle Marche e in Italia abbiamo bisogno di raccogliere gli ultimi sforzi per uscire dalla spirale negativa nella quale viviamo già da prima – è bene non dimenticarlo – della crisi del 2008.
Dopo le elezioni europee, l’Europa sta assumendo un volto nuovo. Come paese, abbiamo perso due tra le maggiori posizioni all’interno dell’Unione (l’addio di Mario Draghi dalla BCE e di Federica Mogherini come Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza). Ma il Presidente del Parlamento è un volto noto agli italiani: David Maria Sassoli.
L’Europa sta costruendo un nuovo volto nel quale le donne stanno assumendo posizioni (ancora da confermare nel momento in cui scrivo) sempre più importanti. Si tratta delle candidate al posto di Presidente della Commissione Europea (Ursula von der Leyen) e di Governatore(trice) della BCE Christine Lagarde.
Negli atenei marchigiani, da molto tempo, il numero delle donne immatricolate supera quello degli uomini. Non facciamoci trovare di nuovo impreparati oppure come fanalini di coda tra qualche anno.
Intorno a noi tutto è cambiato. Dobbiamo cambiare anche noi. La palla al piede del nostro debito pubblico ci tiene inchiodati e rischia ogni giorno di farci affondare, ma dobbiamo trovare la forza di puntare e trovare la via verso la superficie, per far respirare il nostro sistema socio- economico regionale e nazionale nel quale la “parte anziani” cresce e crescerà sempre di più con inevitabile aumento della spesa pubblica in prestazioni sanitarie, sociali, assistenziali.
Ho deciso di assumere una responsabilità politica locale insieme ad un gruppo di persone unite dalla voglia di innovare e di avere successo nella “politica del fare”. Ma questo significa anche avere il coraggio di guardare in faccia il mondo e la realtà. La gente vuole tornare nelle fabbriche? Allora non dobbiamo far finta di dimenticare che sono le imprese che creano lavoro, che oggi molte figure lavorative non si trovano e che domani altre dovranno essere create dal nulla.
Dobbiamo decidere tutti insieme e avere il coraggio di fare cose nuove, ma soprattutto di fare le cose come non le abbiamo mai fatte prima. Ciò appare tanto più vero se si considerano le misure che riguardano la politica industriale europea, materia di coordinamento tra Stato e UE ai sensi del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), e quindi è il livello normativo più vicino al contesto territoriale di riferimento che deve attivarsi con forza per raggiungere determinati risultati facendo sentire la voce di territori, specialmente se sono eccezioni nel panorama nazionale ed europeo come le Marche: regione imprenditoriale, della micro-impresa, manifatturiera, esportatrice e longeva.
L’Europa è e rimane lo spazio di riferimento. Ma la conquista del mondo da parte delle nostre imprese – che costituiscono la spina dorsale di tutto il sistema economico (locale, regionale e nazionale) e che alimentano il nostro sistema fiscale per la redistribuzione della ricchezza – è la sfida che nelle Marche e in Italia siamo chiamati ad affrontare e che dobbiamo vincere.
Frida Paolella