Macerata,5 febbraio 2018 - Nessuna possibile giustificazione è plausibile per quanto accaduto!
I fatti di cronaca che hanno primeggiato su tutti i network mondiali hanno bisogno di essere letti con chiarezza e determinazione. Non è possibile accettare forme più o meno subdole di rigurgiti fascisti e razzisti.Gli atti estremistici presentano tre componenti che figurano nelle definizioni più complete di atto terroristico: violenza, obiettivo politico, audience. Raymond Aron, filosofo e scienziato così scriveva:“Un’azione violenta è detta terroristica quando i suoi effetti psicologici sono sproporzionati rispetto ai suoi risultati puramente fisici.” Stiamo assistendo , infatti,ad una percezione di insicurezza sproporzionata, ad un nutriente del pregiudizio, una faccenda che si ciba in primo luogo di fattori politici. Il tema immigrazione è troppo complesso, delicato e globale per essere affrontato sotto la spinta emotiva o prendendo spunto da episodi di cronaca come quelli che hanno colpito la città di Macerata.( n.d.r.delitto di Pamela Mastropietro)
Non è diffondendo disprezzo verso tutti coloro che vivono la solidarietà come valore fondante del proprio operato sociale che l’Italia troverà la sua stabilità e crescita o garantirà alla giustizia chi delinque .
Il fenomeno migrazione ha la stessa complessità della realtà a cui appartiene e ad esso si associano pregiudizi. Sono processi, quelli migratori, che vanno considerati nel tempo e nello spazio, in continuo mutamento. E’ fondamentale riconoscere l'eredità del cosmopolitismo,riconoscere l'uomo come degno di diritto di essere protetto dalla legge, non per l’appartenenza ad uno stato o gruppo etnico ma in quanto uomo. Il partito democratico ha operato scelte strategiche che prevedonoda un lato il governo dei flussi, dall’altro l’accoglienza diffusa sul territorio. Con l’accoglienza diffusa, e quindi con piccoli numeri distribuiti sul territorio, si riescono a contemperare i diritti e a sostenere l’integrazione che spesso ha rappresentato il limite dell’accoglienza.
Il partito democratico sa che serve una presa di coscienza rispetto al futuro dell’Italia e dell’Europa e si può raggiungere con chi ha a cuore la cittadinanza europea. Non ci si ferma solo perché qualcuno dice che dobbiamo chiudere le frontiere. E’ essenziale incentivare la cooperazione a livello europeo con l’Africa, in termini di investimenti ma anche di contrasto comune al traffico di esseri umani e di lotta al terrorismo.
Posizioni politiche contrarie ai principi costituzionali, che al grido di “prima gli italiani”vorrebbero costruire una differenza di trattamento tra le persone, nonché discutibili ed ossessive iniziative costruite sulla difesa della ‘sicurezza’ e del ‘decoro’ urbano, costituiscono la base di derive violente. La presentazione dell’ossessione dell’invasione colorata presentata come rischio di sostituzione etnica è mistificazione, è ombra , è superficialità. L’Italia, è un Paese che ha confini marittimi con l’Africa, il rapporto demografico tra i due continenti è ineludibile. Gli sbarchi sono in netta diminuzione. Non c’è emergenza. Il mese di ottobre abbiamo registrato il 70% in meno di sbarchi rispetto allo scorso anno. Le pericolose affermazioni leghiste per cui l’immigrazione fuori controllo porta allo scontro sociale rubricano quanto accaduto mistificando reazioni fasciste e razziali come scontro sociale. Le parole hanno un senso. Le parole pesano. Le parole non sono neutre. Le parole costruiscono rappresentazioni sociali. Possono affermare e sdoganare comportamenti pericolosi e i fatti accaduti ne sono testimonianza diretta. Troppo semplice definire un fatto- squilibrio mentale- se attribuito a un bianco e -barbarie -se si tratta di un colorato. E così si concentra tutta l’attenzione sui presunti mostri, dimenticando che la radicalizzazione – forse ce lo siamo scordati – non è un’esclusiva della religione islamica o di “popoli arretrati”, ma naturale prerogativa di qualsiasi ideologia, politica o religiosa. Gli atti disumani non fanno parte del folklore di una singola popolazione.
Il Partito Democratico non intende escludersi dal presidiare la democrazia e i principi fondamentali della convivenza civile. Il fascismo di ritorno, troppo spesso tollerato, va contrastato con fermezza.
Alcuni dati:
In tutta la provincia marchigiana, le persone di nazionalità straniera residenti sono il 10,14% del totale. Non solo: secondo le tabelle dell'Istituto nazionale di Statistica, la popolazione straniera residente nel 2012 in tutta la provincia di Macerata ammontava a 32.267 individui, nel 2017 sono 31.020 secondo l'ultimo censimento disponibile. Gli immigrati residenti sono quindi diminuiti.
A voler andare nel dettaglio del Comune di Macerata, la situazione non cambia: nel 2011 gli immigrati erano 3874, nel 2016 sono invece 3879: solo cinque unità in più. Per quanto riguarda il conteggio dei richiedenti asilo, nel 2017 erano 4.527 quelli accolti in tutta la regione delle Marche, di cui 3.896 in regime di accoglienza straordinaria e 646 dagli Sprar gestiti dai Comuni. I dati sono stati forniti dal Tavolo di coordinamento sull'immigrazione: degli oltre 4 mila migranti presenti , la provincia di Ancona ne ospita 1.317 (di cui 208 nel Servizio Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati), 579 Ascoli Piceno (di cui 90 nello Sprar), 681 Fermo (132 nello Sprar), 975 a Macerata (123 in Sprar) e 990 a Pesaro (93 nello Sprar).
Dell'invasione nessuna traccia, ma il razzismo è ciò che trasforma le differenze in disuguaglianze
Antonella Ciccarelli
Referente Forum Immigrazione
PD Marche